Rohlfing-Dijoux/Hellmann, Perspectives of law and culture 1. Auflage

di Rebecca Girani -

Il presente libro è il frutto del convegno internazionale tenutosi a Firenze dal 25 al 27 giugno 2018 riguardo a “Law and culture: reciprocal regards on end of life”. Il tema delle questioni di fine vita viene analizzato in modo interdisciplinare senza escludere gli aspetti legali, medici, etici, filosofici e antropologici. Si tratta di uno studio comparato tra Stati caratterizzati da un back-ground culturale differente.

La prima parte del libro si concentra sugli aspetti filosofici ed etici. Soazinck Kerneis, Professor Universität Parigi Nanterre, nel suo contributo si chiede se la moderna pratica della gentle death si può conciliare con l’antica tradizione del suicidio. Guillaume Le Blanc, Professeur Université Paris Diderot, sostiene che la dying person deve essere interpretata come una nuova costruzione sociale e medica che nasce dal contrasto tra eutanasia e cure palliative. Jeanne Mesmin d’Estienne, MCF Universitè Paris V Descartes, afferma che le legislazioni sul fine vita mostrano come la relazione tra la società e la morte molto raramente si risolve esclusivamente con i concetti di dignità umana o legge bioetica. Luois-Charles Viossat, Inspector general for social affairs (IGAS), analizza la loi Claeys-Leonetti sul fine vita in Francia facendo emergere i punti di forza e di debolezza. Invece, Christophe Pacific, Docteur en Philosophie et Cadre supérieur de santé – Enseignant aux IFMS d’Albi, propone un interessante studio della filosofia alla base della legge francese.

La seconda parte dell’opera riguarda l’analisi delle attuali discipline giuridiche sul fine vita dei singoli Stati e le prospettive di riforma. Volker Lipp, Professor Georg-August-Universität in Göttingen, si sofferma sull’autonomia del paziente in Germania. Christine Laquitaine, Clinical nurse Palliative Care Mobile Unit, Versailles Hospital, France, e Philippe Pouliain, Anaesthetist, Polyclinique de l’Ormeau – Tarbes, France, analizzano gli sviluppi della legislazione riguardante il fine vita in Francia. Anche Stephanie Rohlfing-Dijoux, Professor at the University of Paris-Nanterre, esamina la loi Claeys-Leonetti che include per la prima volta il divieto di accanimento terapeutico e la possibilità di ricorrere alla sedazione terminale. Per quanto riguarda l’Italia, Stefano Canestrari, Professore dell’Università di Bologna, definisce “una buona legge buona” la legge n. 219/2017, in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. Essa disciplina in modo chiaro ed efficace i diversi profili della relazione di cura.

Nella terza parte sono analizzati alcuni cruciali case studies. Kartina A. Choong, Associate Professor of Medical Law ethics, University of central Lancashire, Preston, UK, e Richard Law, Associate specialist in Acute Medicine, University Hospital Morecambe Bay, Lancaster, UK, esaminano il recente caso di Noel Conway, malato terminale che ha rilevato una possibile dichiarazione di incompatibilità tra il divieto generale di aiuto al suicidio come stabilito nella section 2(1) Suicide Act 1961 e il diritto al rispetto della propria vita privata come definito dall’Articolo 8(1) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Sabine Boussard, Professeure de droit public, Université Paris Nanterre, ripercorre le tappe della tragica storia di Vincent Lambert, che ha dato origine a numerose decisioni della giustizia amministrativa francese. Prasannanshu Prasannansh, Associated Professor NLU Delhi, analizza il fenomeno del fine vita in India seguendo la prospettiva linguistica, legale, filosofica e religioso-culturale. Pierre Rosario Domingue, CEO, Mauritius Law Reform Commission, prende in considerazione in chiave comparata le conseguenze del riconoscere il right to die with dignity come un diritto dell’uomo. Arvin Halkhoree, Doctorant Université Paris Nanterre, Barrister at the bar of Mauritius, analizza la relazione tra il diritto alla vita, tutelato dall’Articolo 2 ECHR, e il diritto a morire alla luce delle numerose pronunce giudiziali e delle legislazioni di Stati europei, dell’USA e degli altri paesi di commonwealth. Kerstin Peglow, Professor, University Paris Nanterre, si sofferma sulle modifiche della disciplina legislativa sul fine vita in Germania negli ultimi dieci anni. Jörg Luther, Professeur, University of Eastern Piemont, esamina il potere sempre più ampio di decidere tra la vita e la morte accordato ai giudici in Italia in comparazione con altri Paesi nel panorama mondiale.

La quarta parte riguarda la responsabilità penale che può insorgere nelle questioni di fine vita. Uwe Hellmann, Professor Universität Potsdam, analizza la criminal responsability prevista nel German Criminal Code con riferimento alla partecipazione nel suicidio altrui, al suicidio assistito per omissione e al rifiuto di trattamenti da parte del paziente terminale. Anche Gèraldine Demme, MCF, Universitè Paris Nanterre, esamina la nuova Section 217 del German Criminal Code che si differenzia rispetto alla disciplina sul fine vita prevista in Svizzera. Sabir Kadel, Senior Law Reform Officer (Law Reform Commission of Mauritius), nel suo contributo si chiede se in una società democratica, laica e pluralista, lo Stato può privilegiare un’opzione metafisica di morte rispetto ad un’altra. Di conseguenza, espone le proprie riflessioni sul ruolo del consenso e dei motivi nella legge penale sul fine vita. Anja van Bernum, Doktorandin Universität Potsdam, Wissenschaftliche Mitarbeiterin, analizza il naturale processo del morire dal punto di vista medico e legale con specifico riferimento alla legge penale. Marie Rossier, Doctorante, Universitès Paris Nanterre et Potsdam, esamina l’ordinamento tedesco chiedendosi a quali condizioni il suicidio viene considerato autodeterminato e quando la partecipazione al suicidio altrui genera responsabilità penale.

La quinta e ultima parte riguarda specifiche questioni. In particolare, Victoria Roux, Doctorante, Universitè Paris Nanterre et TU Dresden, analizza il dibattito riguardante la volontà del paziente e la misura in cui quest’ultima deve essere rispettata in prospettiva comparata con specifico riferimento alla Germania, alla Francia e all’Italia. Charles Walleit, Doctorant Universitè Paris Nanterre, esamina la disciplina francese e tedesca sul fine vita con specifico riferimento alla tutela della volontà e della dignità del paziente. Infine, Berquis Bestvater, Doctorante, Universitè Paris Nanterre, dopo aver distinto i concetti di suicidio ed eutanasia, si sofferma sulla disciplina del fine vita prevista in India.

Rebecca Girani, dottoranda di ricerca nell’Università di Bologna